GOVERNARE L'ECONOMIA SCAVALCANDO IL MERCATO

Da molti anni in Italia l’attività di governo viene esercitata attraverso forzature o distorsioni del mercato, prima di tutto per imporre delle soluzioni “alternative” nel settore strategico dell’energia che non funzionano o che funzionano sempre molto peggio di quelle che pretendono di sostituire.
L’economia di mercato è uno dei pilastri su cui si basa la società moderna, che a sua volta è l’unico modello sostenibile sul piano sociale mai comparso nella storia umana. Basti dire che negli ultimi due secoli ha migliorato a tal punto la qualità della vita che la sua lunghezza è triplicata.
All'inizio dell'Ottocento l'economista David Ricardo, con la sua teoria dei vantaggi comparati, ha dimostrato che se ogni paese si specializza a produrre i beni che riesce a fare meglio e a costi più bassi, e poi li scambia sul mercato con quelli prodotti negli altri paesi, i vantaggio per tutti sono massimizzati.
Vogliamo far crescere l’economia e rendere la società più prospera? Vogliamo sconfiggere la povertà? Adam Smith e David Ricardo ci spiegano come farlo.
Tutto quello che ci allontana dal funzionamento ottimale del mercato diminuisce i vantaggi e pertanto provoca dei danni all’economia. E c’è un criterio semplice per distinguere il corretto funzionamento del mercato dalle speculazioni: un mercato che funziona bene crea valore per la società, non solo economico, mentre le speculazioni lo distruggono.
Quindi una buona politica economica deve prima di tutto garantire il corretto funzionamento del mercato e quindi contrastare le speculazioni e i monopoli. Per questo l’economia, come qualsiasi società, ha bisogno di un sistema di regole, necessarie per far funzionare bene le leggi del mercato. Ma ci sono anche delle situazioni in cui è opportuno che le leggi del mercato vengano scavalcate.
Un esempio sono l’istruzione e la sanità pubbliche e gratuite, che un paese civile dovrebbe garantire anche a chi non se le può permettere per dare a tutti le stesse opportunità e diminuire le disparità sociali.
Questo però significa creare dei monopoli, e l’assenza di concorrenza potrebbe trasformarsi in una rendita di posizione, con prestazioni più basse e costi più alti. Pertanto la statalizzazione dell’istruzione e della sanità richiede una maggiore vigilanza affinché la qualità non peggiori e i costi non aumentino.
Ma ci sono anche delle situazioni in cui è opportuno forzare il mercato per sostenere delle tecnologie promettenti allo scopo di facilitarne la diffusione. Prodotti anche molto validi, come per esempio le auto elettriche che farebbero crollare i consumi energetici, possono avere bisogno di tempo per affermarsi. Lo stato potrebbe dare un aiuto per accelerarne la diffusione.
Al di fuori di queste situazioni le forzature e le distorsioni del mercato dovrebbero essere evitate, perché esse alterano arbitrariamente il rapporto costi benefici e addossano dei costi inutili all’economia. E’ giusto forzare il mercato solo quando ci sono dei benefici evidenti.
In realtà sono molti quelli che, partendo dal presupposto marxista che il mercato sia la causa delle ingiustizie sociali, lavorano proprio per intralciarne il funzionamento. Ma il risultato è l’opposto di quello che si vorrebbe. Nel nostro paese questa politica ha provocato la crisi economica, ha aumentato la disoccupazione e ha messo in difficoltà milioni di famiglie.
L’ideologia marxista ispira l’attività dei politici e dei governi della sinistra. Nella prima metà del dopoguerra l’Italia aveva il più grosso partito comunista del mondo libero. Un partito che aveva come modello l’oppressivo regime sovietico, dal quale riceveva cospicui finanziamenti per la sue campagne di propaganda.
Poi il sistema sovietico è crollato. Ma dopo la fine del comunismo in Russia è diventato ancora più facile diffondere, non solo in Italia ma in tutto il mondo occidentale, delle idee originate dal marxismo ma che non sono più legate a dei regimi dittatoriali. Idee che sono state fatte proprie anche da molte persone che non si considerano affatto marxiste.
Infine per combattere la società “capitalista” sono stati strumentalizzati i temi ambientali, che sono diventati un altro forte argomento per mettere sotto accusa la società moderna e per giustificare delle misure punitive per la società e l’economia. Però in Italia non è stato colpito solo il mercato, ma ciascuno dei tre i pilastri su cui si fonda la società moderna (rivoluzione scientifica e tecnologica, economia di mercato e libertà).
Per quanto riguarda la libertà e le libere elezioni, è difficile convincere gli italiani a rinunciarvi. Meglio svuotarle di contenuto. Di fatto la sinistra italiana ha sempre impedito una riforma costituzionale che desse ai votanti il potere di eleggere i governi nazionali. Con il risultato che dopo 75 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale gli elettori italiani non possono ancora scegliere direttamente chi li deve governare. Per questo a volte si parla di regime partitico.
Per quanto riguarda l’innovazione scientifica e tecnologica, i governi di sinistra e gli ambientalisti ideologizzati hanno ostacolato o impedito tutte le soluzioni migliori che abbiamo per i principali problemi di oggi a partire da quello strategico dell’energia. Infine per quanto riguarda il mercato hanno imposto con la forza (della legge) le cosiddette “energie alternative”, che non sono in grado di sostituire né le centrali elettriche né i combustibili fossili.
Invece di usare le leve dell’economia per promuovere le soluzioni migliori che abbiamo, hanno scavalcato il mercato per imporre delle presunte soluzioni “alternative” che non funzionano o che funzionano malissimo.
Una campagna di disinformazione di dimensioni industriali ha creato il pretesto ambientale: la lotta contro il cambiamento climatico. Un falso pretesto, perché proprio chi ha condannato tutte le fonti di energia migliori che abbiamo, ha imposto le cosiddette “energie alternative”, costosissime e che non sono in grado di diminuire le emissioni di gas serra. Finte soluzioni che non sono nemmeno necessarie perché, se è questo ciò che si vuole ottenere, ci sono cose come il teleriscaldamento, le auto elettriche o l’energia nucleare che sono veramente efficaci e che invece di ammazzare l’economia la rafforzano. Le soluzioni che però non interessano o che vengono apertamente combattute.
Incentivi e bonus di ogni tipo da una parte e aumenti delle tasse dall’altra. Lo Stato ha anche costretto le società elettriche a comprare l’energia eolica e fotovoltaica inutilizzabile e di cui non sanno cosa farsene, e loro si rifanno aumentando le bollette elettriche delle famiglie che ogni anno pagano per questo 10 miliardi di Euro in più.
Ma sono proprio questi miliardi che dimostrano che la maggior parte dell’energia prodotta dagli impianti eolici e fotovoltaici non serve a nulla. Perché allora costringere le famiglie italiane a pagare per dell’energia che nessuno consuma? Perché altrimenti tutto il castello di carte delle energie alternative crollerebbe!
Con questa politica assurda abbiamo deturpato intere regioni con migliaia di altissimi pali di cemento visibili da decine di chilometri di distanza, al costo stimato di circa 300 miliardi di Euro di qualche anno fa, in cambio praticamene di nulla.
Infine un governo che dovrebbe perseguire l’interesse nazionale ha bloccato ancora una volta gli impianti per l’estrazione del gas sul suolo nazionale per costringerci a comprare il gas russo. Tanto che, nel momento in cui iniziava la guerra contro l’Ucraina, ci siamo accorti che eravamo proprio noi a finanziarla.
Infine delle campagne di disinformazione pluridecennali, accampando falsi problemi di sicurezza, hanno condannato l’energia nucleare che invece è la soluzione ideale del problema dell’energia (vedi l’articolo: “Energia nucleare pulita e sicura”).
L’imposizione delle energie alternative attraverso pesanti forzature del mercato è equiparabile ad una grossa speculazione. Una speculazione che danneggia l’ambiente e l’interesse nazionale, ma voluta e imposta proprio dai nostri governi!
Anche la politica per il risparmio energetico viene portata avanti nello stesso modo. Da una parte gli incentivi per il risparmio energetico sono determinati in modo non trasparente, per cui è molto difficile valutare i vantaggi in termini di abbattimento dei consumi energetici rispetto ai costi. Dall’altra le misure per il risparmio energetico sono state imposte per legge alle famiglie.
Per questo sarebbe opportuno eliminare questi incentivi, sia per alleggerire l’onere a carico dello Stato, dei contribuenti e delle famiglie, sia perché si possa capire quali sono i vantaggi in relazione ai costi. E se ci sono davvero dei risparmi sui consumi, certe soluzioni saranno adottate spontaneamente dai diretti interessati.
Inoltre è sbagliato imporre per legge questa o quella soluzione. Perché per esempio chi costruisce o restaura un’abitazione è costretto ad installare delle pompe di calore? Molti sono disturbati dalle vibrazioni di questi impianti e potrebbero preferire qualche altra soluzione. Per esempio una migliore coibentazione delle pareti o del tetto.
Del resto la libertà e il rispetto dei cittadini sono un valore che dovrebbe essere tutelato e non calpestato. Quando potremo avere dei governi che fanno l’interesse della gente e non quello di un finto ambientalismo che ha già dimostrato diverse volte che il suo vero scopo non è risolvere dei problemi ambientali, ma combattere l’economia capitalista?
Adesso però in Italia c’è un governo di destra. Ci si sarebbe aspettati un cambiamento di questa politica energetica “di sinistra”. Invece il nuovo governo, dopo avere fatto installare alcuni rigassificatori che ci hanno reso indipendenti dal gas russo, ha continuato la stessa politica basata sulle “energie alternative”, anch’essa imposta con le medesime forzature del mercato, che sono diventate da tempo la quotidiana pratica di governo.
Il motivo è che la destra, anche quella liberale, non ha una propria elaborazione dei temi ambientali, e dato che oggi sono così importanti per l’opinione pubblica, ha adottato l’unica esistente che è quella creata della sinistra, che però è stata inventata per fare il massimo danno all’economia capitalista!
La lezione di David Ricardo è più che mai valida ancora oggi. Scavalcare il mercato, non per sostenere delle tecnologie vantaggiose per l’economia e per l’ambiente, ma delle finte soluzioni studiate apposta per fare il massimo danno all’economia e alla società, è l’errore più grande che si possa fare.
Molti, ingannati da una ideologia ottocentesca bocciata dalla Storia e sostenuta per molti anni in Italia dalla propaganda sovietica, continuano la loro guerra contro le fondamenta stesse della società in cui viviamo. E questo nonostante l’evidenza che la società moderna è l’unica sostenibile sia sul piano sociale che ambientale mai comparsa nella storia umana.