GOVERNARE ATTRAVERSO LE DISTORSIONI DEL MERCATO


Da molti anni in Italia l’attività di governo viene esercitata attraverso continue forzature o distorsioni del mercato.
Il mercato è uno dei fondamenti della società moderna, che a sua volta è il modello economico sociale che negli ultimi due secoli ha migliorato a tal punto la qualità della vita che la sua lunghezza è triplicata.
Secondo la legge dei vantaggi comparati di David Ricardo, ogni paese dovrebbe specializzarsi in quei beni che riesce a produrre meglio e a prezzi più bassi, e poi scambiarli con quelli fabbricati negli altri paesi. Tutti ne otterrebbero il massimo vantaggio.
Vogliamo far crescere l’economia e rendere la società più prospera? Vogliamo sconfiggere la povertà? Adam Smith e David Ricardo ci spiegano come fare. Tutto quello che ci allontana dal funzionamento ottimale del mercato diminuisce i vantaggi e pertanto provoca dei danni all’economia. E c’è un criterio semplice per distinguere il corretto funzionamento del mercato dalle speculazioni: il mercato crea valore per la società, mentre le speculazioni lo distruggono.
Per questo le attività economiche hanno bisogno di un sistema di regole, necessarie per tutelare gli interessi comuni, per esempio la qualità dell’ambiente, e per contrastare le speculazioni e i monopoli. Ma ci sono anche delle situazioni in cui è opportuno che le leggi del mercato vengano scavalcate.
Per esempio un paese civile dovrebbe assicurare a tutti i suoi cittadini istruzione e sanità gratuite. Ma questo implica che in questi settori verranno creati dei monopoli, e l’assenza di concorrenza potrebbe trasformarsi in una rendita di posizione, con costi o prezzi più alti. Pertanto la statalizzazione dell’istruzione e della sanità richiede una maggiore vigilanza affinché la qualità non peggiori e i costi non aumentino.
Ma ci sono anche delle situazioni in cui è opportuno forzare il mercato per aiutare delle tecnologie promettenti allo scopo di facilitarne la diffusione.
Al di fuori di questi casi le forzature e le distorsioni del mercato dovrebbero essere evitate, perché esse alterano arbitrariamente il rapporto costi benefici e addossano dei costi inutili all’economia.
Purtroppo invece in Italia le distorsioni del mercato sono diventate da molto tempo la quotidiana pratica di governo. Anzi, lo strumento principale dell’attività di governo.
Nella prima metà del dopoguerra l’Italia aveva il più grosso partito comunista del mondo libero. Un partito che aveva come modello l’oppressivo regime sovietico, dal quale riceveva cospicui finanziamenti per la sue campagne di propaganda.
Il regime sovietico e la Cina maoista avevano fatto propria l’ideologia marxista, che accusa la società moderna, definita “capitalista”, di essere la causa delle ingiustizie sociali.
Le basi della società moderna sono la rivoluzione scientifica e tecnologica, l’economia di mercato e la libertà. I regimi di tipo sovietico avevano proibito il mercato e la libertà, creando un mostro. E per quanto riguarda la scienza, l’avevano statalizzata e messa al servizio del settore militare. Eppure è facile dimostrare che la società moderna non è la causa delle ingiustizie sociali. Al contrario, essa è l’unica formula che si è dimostrata in grado di sconfiggere la povertà, il principale problema sociale. Inoltre, dopo la fase di crescita che porta dalla povertà al benessere, la società moderna è anche l’unica sostenibile sul piano ambientale (vedi l’articolo “POLITICA E AMBIENTE”).
Dopo il crollo dell’Unione sovietica, i paesi che ne facevano parte si sono liberalizzati, anche se la Russia ha dovuto fare i conti con una pesante eredità e grossi problemi sociali. In Cina le cose sono andate meglio, perché i governi post maoisti hanno adottato in pieno gli elementi costitutivi della società moderna: nel paese più grande del mondo c’è stata la corsa all’istruzione tecnica e scientifica, il mercato funziona bene e la libertà personale non è molto diversa dalla nostra. I governi e le scelte politiche nascono ancora da una dialettica interna al partito comunista, l’organo deputato a fare politica. Ma una dialettica che deve essere di alto livello, perché sulle questioni importanti i governi del dopo Mao non hanno mai sbagliato una mossa, e il risultato è la crescita straordinaria di questi anni.
Oggi dei vecchi regimi comunisti rimane solo la Corea del Nord. Ma ci sono anche la sinistra italiana che continua a fare la guerra alla società capitalista, un’Europa che ha rinnegato la società moderna che lei stessa ha inventato e dei movimenti ambientalisti ideologizzati che hanno strumentalizzato i temi ambientali per colpire ciascuno dei tre pilastri su cui si basa la società in cui viviamo.
Dopo la fine del comunismo in Russia, il partito comunista italiano ha cambiato nome ma, a differenza del partito comunista cinese, non ha ancora accettato, o non ha ancora accettato del tutto, né il mercato né la libertà. Inoltre ha messo sotto accusa tutte le principali tecnologie inventate in questi anni, specialmente nel settore strategico dell’energia.
Alla libertà e alle libere elezioni gli italiani sono abituati e quindi è difficile convincerli a rinunciarvi. Meglio svuotarle di contenuto. Di fatto la sinistra italiana ha sempre impedito una riforma istituzionale per dare ai votanti il potere di eleggere direttamente i governi nazionali. Con il risultato che dopo 75 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale gli elettori italiani non possono ancora scegliere chi li deve governare!
Per quanto riguarda la scienza e la tecnologia, i governi di sinistra e gli ambientalisti ideologizzati (interessati solo alle accuse e alle proibizioni e mai alle soluzioni in positivo), dopo aver ostacolato o impedito tutte le soluzioni migliori, hanno imposto attraverso gravi distorsioni del mercato la presunta soluzione delle energie “alternative”, che però non sono in grado di sostituire le normali centrali elettriche e quindi nemmeno di sostituire i combustibili fossili (vedi il paragrafo “Ma non sono meglio le energie rinnovabili?” all’interno dell’articolo “ENERGIA NUCLEARE PULITA E SICURA).
Una campagna di disinformazione di dimensioni industriali ha creato il pretesto ambientale: la lotta contro il cambiamento climatico. Un falso pretesto, sia perché hanno condannato tutte le soluzioni efficaci per imporre la non soluzione delle “energie alternative”, sia perché la previsione più ragionevole è che nei prossimi decenni le emissioni di anidride carbonica subiranno una diminuzione, non il forte aumento che è stato previsto (vedi l’articolo “REIMPOSTARE LA DISCUSSIONE SUL CLIMA”).
Prima di tutto hanno condannato l’energia nucleare, che invece è la soluzione ideale del problema dell’energia. Ed è anche la più sicura perché, al di fuori dell’Unione sovietica, non è mai morto nessuno a causa della radioattività fuoriuscita da una centrale nucleare (vedi l’articolo già citato “ENERGIA NUCLEARE PULITA E SICURA”).
Infine hanno bloccato per molti anni l’estrazione del gas naturale sul suolo nazionale, che hanno preteso di sostituire con gli impianti eolici e fotovoltaici (più le centrali elettriche di back up e le nuove condutture elettriche in grado di sostenere grossi sbalzi di tensione), a spese dei contribuenti.
Incentivi e bonus di ogni tipo da una parte e aumenti delle tasse dall’altra. L Stato ha anche costretto le società elettriche a comprare dell’energia quasi inutilizzabile, e queste si rifanno aumentando le bollette delle famiglie, che ogni anno pagano per questo 10 miliardi di Euro in più.
Il risultato è che abbiamo deturpato intere regioni con centinaia di altissimi quanto inutili pali di cemento che si vedono da decine di chilometri di distanza, per un costo stimato di 250 miliardi di Euro. E che questa enorme spesa sia stata inutile lo dimostra il fatto che adesso siamo costretti ad importare una grande quantità di gas naturale dalla Russia, per di più a prezzi altissimi, e per di più a a finanziare la sua guerra contro l’Ucraina!
L’imposizione delle energie “alternative” attraverso pesanti distorsioni del mercato è equiparabile ad una grossa speculazione. E una speculazione fatta dallo Stato! Quando potremo avere dei governi che fanno l’interesse del nostro paese e non quello dell’apparato burocratico - militare dell’ex Unione sovietica, evidentemente sopravvissuto alla fine del comunismo?
Molti, ingannati da una ideologia ottocentesca bocciata dalla Storia, imposta dalla propaganda finanziata per molti anni dall’Unione sovietica, proseguono la loro guerra contro le fondamenta della società stessa in cui viviamo, cioè contro la rivoluzione scientifica e tecnologica, l’economia di mercato e la libertà / democrazia.
Il risultato è una crisi economica devastante, aggravata dall’emergenza sanitaria e dall’ennesima crisi energetica, che ha raddoppiato la disoccupazione e che continua ad aumentare il debito pubblico e le tasse.