ERA CARBONIFERA
Durante l’era carbonifera un’enorme quantità di anidride carbonica è stata sottratta all’atmosfera e incorporata nel legno degli alberi, che una volta caduti sono stati trasportati dai fiumi fino a riempire intere valli dove poi, col tempo, si sono trasformati negli immensi giacimenti di carbon fossile. E’ stata la più grande decarbonizzazione della storia della Terra!
L’era carbonifera è compresa tra 360 e 300 milioni di anni fa e in questo lunghissimo arco di tempo il tasso di CO2 è passato da 4.500 a 500 ppm (parti per milione). Se fosse vero che estraendo anidride carbonica dall’aria possiamo raffreddare il clima, questa grande decarbonizzazione avrebbe dovuto essere accompagnata da una parallela diminuzione della temperatura globale, che invece non c’è stata. In seguito la temperatura è diminuita, aumentata e diminuita ancora, ma senza mai alcuna relazione con l’anidride carbonica (vedi i grafici di pag. 90 e 91 del libro La grande bugia verde di Nicola Porro). E’ ora di dar voce agli scienziati a cui viene impedito di parlare perché i loro dati smentiscono gli allarmi sul clima!
Evidentemente la CO2 non influenza più di tanto la temperatura terrestre, perché è un gas serra solo se considerata isolatamente. Ma essa agisce nell’ambito del ciclo del carbonio che è molto complesso, e quando aumenta (o diminuisce) è impossibile dire se l’effetto finale è riscaldante o raffreddante. Del resto oggi c’è l’ipotesi solare che è molto più consistente e che sembra confermata anche dai dati storici (vedi l’articolo: Reimpostare la discussione sul clima).
Eppure per combattere il riscaldamento globale degli ultimi decenni, che oltretutto è stato sovrastimato del 30%, tra costi diretti e indiretti solo in Italia abbiamo già speso circa 350 miliardi. In più, dato che le energie alternative non sono in grado di sostituire le normali centrali elettriche e i combustibili fossili (come dimostra per esempio l’esperienza della Germania), la nostra forte dipendenza dalle importazioni di energia continua ad impoverire tutto il sistema paese.
Alla fine tutto si traduce in una colossale distruzione di risorse economiche. Inutile poi lamentarsi che non ci sono più soldi per questo o per quello, che le tasse sono alte, le retribuzioni troppo basse ecc. La colpa è proprio di questa politica anti sviluppo il cui principale strumento sono gli allarmi sul clima. E a farne le spese sono prima di tutto le classi sociali più deboli.
Infine questo è ancora nulla rispetto a quello che dovremmo ancora spendere nei prossimi anni per decarbonizzare il mondo (vedi l’articolo: La costosa follia delle energie alternative).
Bjorn Lomborg nel suo libro Falso allarme ha calcolato che per rispettare l’Accordo di Parigi, firmato da quasi tutti i paesi “occidentali”, la sola Europa da qui alla fine del secolo dovrebbe spendere almeno 2.500 miliardi all’anno! Per di più, dato che solo pochi altri paesi si sono impegnati a sostenere simili costi (perché gli emergenti si guarderanno bene dal suicidare le loro economie), il tasso di anidride carbonica potrebbe diminuire solo in misura insignificante. E se nemmeno nell’era carbonifera la temperatura si è abbassata, a maggior ragione eviterà di farlo con una riduzione di appena qualche parte per milione!
E’ giusto cercare di diminuire i consumi del carbone e del petrolio perché l’inquinamento uccide ogni anno cinque milioni di persone. Ma per quanto riguarda il gas naturale potremmo addirittura usare i fumi di combustione delle centrali a metano, che sono puliti e ricchi di anidride carbonica, per aumentare la produzione agricola anche in molte coltivazioni in campo aperto e non solo nelle serre. Questo perché la CO2 non è un veleno da eliminare a qualsiasi costo, ma il principale fertilizzante delle piante!
E’ venuto il momento di mettere in discussione la politica energetica di questi anni basata sulle energie alternative. Oggi la vera alternativa è sostituire l’Accordo di Parigi con investimenti nelle tecnologie, molto più economiche, che possono davvero diminuire i consumi del carbone e del petrolio e, se qualcuno è interessato, anche le emissioni di anidride carbonica.
Un piano nazionale per il teleriscaldamento avrebbe ottenuto di più dei 350 miliardi finora spesi per eolico e fotovoltaico, con costi al confronto irrisori e senza deturpare il paesaggio. E questa è già una proposta. Poi dovremmo puntare sulle tecnologie migliori come le centrali nucleari di IV generazione progettate in Italia, che sono ancora più sicure ed economiche e che utilizzeranno come combustibile le attuali scorie radioattive consumandole completamente (vedi l’articolo: Energia nucleare pulita e sicura). Infine i paesi occidentali dovrebbero investire una parte dei soldi così risparmiati nella ricerca sulle batterie delle auto elettriche, che finora hanno trascurato lasciandone il monopolio alla Cina, con il risultato di ritardare di molti anni la diffusione di questi veicoli che abbattono i consumi anche del 90 % (vedi l’articolo: I vantaggi della trazione elettrica).
Ma prima ancora bisogna contrastare con una corretta informazione le campagne allarmistiche che cercano di imporre ai paesi occidentali una decarbonizzazione incredibilmente costosa, anche se nemmeno quella dell’era carbonifera è riuscita a raffreddare il clima.
Dato che in democrazia la decisione di imporre delle nuove spese specie se consistenti (e quella prevista dall’Accordo di Parigi è astronomica) dovrebbe sempre essere preceduta da un’ampia discussione pubblica, questa e-mail intende attirare l’attenzione su questo argomento di grande interesse per la nostra società.
UNA GUERRA SBAGLIATA
Molti sono convinti che la società moderna “capitalista” o “questo modello di sviluppo” siano la causa sia dei problemi sociali che di quelli ambientali. E stanno combattendo una vera e propria guerra contro la società stessa in cui viviamo, il cui principale strumento oggi sono gli allarmi sul clima.
Lo sentiamo ripetere ogni giorno: bruciando combustibili fossili e aggiungendo anidride carbonica all’atmosfera stiamo provocando un catastrofico surriscaldamento del pianeta, che potremo scongiurare solo sostituendo le normali centrali elettriche con le energie alternative.
Con questa politica energetica alternativa, tra costi diretti e indiretti, in Italia abbiamo già distrutto risorse economiche per circa 350 miliardi. In più, dato che eolico e fotovoltaico non sono in grado di sostituire se non in misura minima la normale produzione elettrica, la nostra dipendenza dalle importazioni di energia rimane alta e continua ad impoverire tutto il sistema paese. Infine questo è ancora nulla rispetto a quello che dovremmo ancora spendere nei prossimi anni per decarbonizzare il mondo. Infatti i costi dell’Accordo di Parigi, firmato da quasi tutti i paesi “occidentali”, sono così enormi che farebbero a pezzi la nostra società. Ma di questo accordo i telegiornali non parlano e la gente non ne sa nulla. E anche il costo che abbiamo pagato finora per le energie alternative ci è stato imposto senza una preventiva discussione pubblica.
Però il presupposto che l’anidride carbonica sia il principale fattore che determina il clima è infondato, perché la temperatura globale non è diminuita nemmeno nell’era carbonifera che ha visto la più grande decarbonizzazione della storia della Terra. Del resto i dati scientifici più recenti ci stanno dicendo che è quasi sicuramente il sole la causa del riscaldamento globale degli ultimi decenni, non l’anidride carbonica. E’ ora di dar voce agli scienziati a cui viene impedito di parlare perché i loro dati smentiscono gli allarmi sul clima!
Ma prima ancora ad essere sbagliata è la guerra contro la società moderna, perché in realtà quella in cui viviamo è l’unica sostenibile sul piano sociale mai comparsa nella storia umana. Negli ultimi due secoli essa ha migliorato le condizioni di vita al punto che in media mondiale la sua lunghezza è triplicata. Ha anche abolito i titoli nobiliari e la schiavitù e ha molto diminuito le disparità sociali.
Infine questa stessa società, dopo la fase di crescita che porta dalla povertà al benessere, è anche l’unica sostenibile sul piano ambientale. Lo dimostrano i paesi sviluppati che sono oggi molto più sostenibili di 50 o 60 anni fa: la superficie dei boschi è raddoppiata, è tornata la fauna selvatica e sono crollate le principali emissioni inquinanti. E per quanto riguarda gli emergenti, essi stanno percorrendo questa stessa strada con solo qualche decennio di ritardo.
La società moderna è l’unica sostenibile anche perché sta mettendo sotto controllo la crescita demografica esponenziale, che è la causa che rendeva inevitabili sia la miseria assoluta che le disparità sociali infinite di tutte le altre epoche. Infatti sono ormai trent’anni che in media mondiale il numero di nuovi nati ha smesso di aumentare, che è il dato più importante della demografia.
Queste sono le principali conclusioni dell’analisi generale descritta nel sito di Ecofantascienza. Un’analisi che tutti dovrebbero conoscere perché essa dimostra che la società moderna è l’unica davvero sostenibile, che la lotta contro il cambiamento climatico è una follia e che abbiamo già le soluzioni per tutti i principali problemi di oggi.
L’era carbonifera è compresa tra 360 e 300 milioni di anni fa e in questo lunghissimo arco di tempo il tasso di CO2 è passato da 4.500 a 500 ppm (parti per milione). Se fosse vero che estraendo anidride carbonica dall’aria possiamo raffreddare il clima, questa grande decarbonizzazione avrebbe dovuto essere accompagnata da una parallela diminuzione della temperatura globale, che invece non c’è stata. In seguito la temperatura è diminuita, aumentata e diminuita ancora, ma senza mai alcuna relazione con l’anidride carbonica (vedi i grafici di pag. 90 e 91 del libro La grande bugia verde di Nicola Porro). E’ ora di dar voce agli scienziati a cui viene impedito di parlare perché i loro dati smentiscono gli allarmi sul clima!
Evidentemente la CO2 non influenza più di tanto la temperatura terrestre, perché è un gas serra solo se considerata isolatamente. Ma essa agisce nell’ambito del ciclo del carbonio che è molto complesso, e quando aumenta (o diminuisce) è impossibile dire se l’effetto finale è riscaldante o raffreddante. Del resto oggi c’è l’ipotesi solare che è molto più consistente e che sembra confermata anche dai dati storici (vedi l’articolo: Reimpostare la discussione sul clima).
Eppure per combattere il riscaldamento globale degli ultimi decenni, che oltretutto è stato sovrastimato del 30%, tra costi diretti e indiretti solo in Italia abbiamo già speso circa 350 miliardi. In più, dato che le energie alternative non sono in grado di sostituire le normali centrali elettriche e i combustibili fossili (come dimostra per esempio l’esperienza della Germania), la nostra forte dipendenza dalle importazioni di energia continua ad impoverire tutto il sistema paese.
Alla fine tutto si traduce in una colossale distruzione di risorse economiche. Inutile poi lamentarsi che non ci sono più soldi per questo o per quello, che le tasse sono alte, le retribuzioni troppo basse ecc. La colpa è proprio di questa politica anti sviluppo il cui principale strumento sono gli allarmi sul clima. E a farne le spese sono prima di tutto le classi sociali più deboli.
Infine questo è ancora nulla rispetto a quello che dovremmo ancora spendere nei prossimi anni per decarbonizzare il mondo (vedi l’articolo: La costosa follia delle energie alternative).
Bjorn Lomborg nel suo libro Falso allarme ha calcolato che per rispettare l’Accordo di Parigi, firmato da quasi tutti i paesi “occidentali”, la sola Europa da qui alla fine del secolo dovrebbe spendere almeno 2.500 miliardi all’anno! Per di più, dato che solo pochi altri paesi si sono impegnati a sostenere simili costi (perché gli emergenti si guarderanno bene dal suicidare le loro economie), il tasso di anidride carbonica potrebbe diminuire solo in misura insignificante. E se nemmeno nell’era carbonifera la temperatura si è abbassata, a maggior ragione eviterà di farlo con una riduzione di appena qualche parte per milione!
E’ giusto cercare di diminuire i consumi del carbone e del petrolio perché l’inquinamento uccide ogni anno cinque milioni di persone. Ma per quanto riguarda il gas naturale potremmo addirittura usare i fumi di combustione delle centrali a metano, che sono puliti e ricchi di anidride carbonica, per aumentare la produzione agricola anche in molte coltivazioni in campo aperto e non solo nelle serre. Questo perché la CO2 non è un veleno da eliminare a qualsiasi costo, ma il principale fertilizzante delle piante!
E’ venuto il momento di mettere in discussione la politica energetica di questi anni basata sulle energie alternative. Oggi la vera alternativa è sostituire l’Accordo di Parigi con investimenti nelle tecnologie, molto più economiche, che possono davvero diminuire i consumi del carbone e del petrolio e, se qualcuno è interessato, anche le emissioni di anidride carbonica.
Un piano nazionale per il teleriscaldamento avrebbe ottenuto di più dei 350 miliardi finora spesi per eolico e fotovoltaico, con costi al confronto irrisori e senza deturpare il paesaggio. E questa è già una proposta. Poi dovremmo puntare sulle tecnologie migliori come le centrali nucleari di IV generazione progettate in Italia, che sono ancora più sicure ed economiche e che utilizzeranno come combustibile le attuali scorie radioattive consumandole completamente (vedi l’articolo: Energia nucleare pulita e sicura). Infine i paesi occidentali dovrebbero investire una parte dei soldi così risparmiati nella ricerca sulle batterie delle auto elettriche, che finora hanno trascurato lasciandone il monopolio alla Cina, con il risultato di ritardare di molti anni la diffusione di questi veicoli che abbattono i consumi anche del 90 % (vedi l’articolo: I vantaggi della trazione elettrica).
Ma prima ancora bisogna contrastare con una corretta informazione le campagne allarmistiche che cercano di imporre ai paesi occidentali una decarbonizzazione incredibilmente costosa, anche se nemmeno quella dell’era carbonifera è riuscita a raffreddare il clima.
Dato che in democrazia la decisione di imporre delle nuove spese specie se consistenti (e quella prevista dall’Accordo di Parigi è astronomica) dovrebbe sempre essere preceduta da un’ampia discussione pubblica, questa e-mail intende attirare l’attenzione su questo argomento di grande interesse per la nostra società.
UNA GUERRA SBAGLIATA
Molti sono convinti che la società moderna “capitalista” o “questo modello di sviluppo” siano la causa sia dei problemi sociali che di quelli ambientali. E stanno combattendo una vera e propria guerra contro la società stessa in cui viviamo, il cui principale strumento oggi sono gli allarmi sul clima.
Lo sentiamo ripetere ogni giorno: bruciando combustibili fossili e aggiungendo anidride carbonica all’atmosfera stiamo provocando un catastrofico surriscaldamento del pianeta, che potremo scongiurare solo sostituendo le normali centrali elettriche con le energie alternative.
Con questa politica energetica alternativa, tra costi diretti e indiretti, in Italia abbiamo già distrutto risorse economiche per circa 350 miliardi. In più, dato che eolico e fotovoltaico non sono in grado di sostituire se non in misura minima la normale produzione elettrica, la nostra dipendenza dalle importazioni di energia rimane alta e continua ad impoverire tutto il sistema paese. Infine questo è ancora nulla rispetto a quello che dovremmo ancora spendere nei prossimi anni per decarbonizzare il mondo. Infatti i costi dell’Accordo di Parigi, firmato da quasi tutti i paesi “occidentali”, sono così enormi che farebbero a pezzi la nostra società. Ma di questo accordo i telegiornali non parlano e la gente non ne sa nulla. E anche il costo che abbiamo pagato finora per le energie alternative ci è stato imposto senza una preventiva discussione pubblica.
Però il presupposto che l’anidride carbonica sia il principale fattore che determina il clima è infondato, perché la temperatura globale non è diminuita nemmeno nell’era carbonifera che ha visto la più grande decarbonizzazione della storia della Terra. Del resto i dati scientifici più recenti ci stanno dicendo che è quasi sicuramente il sole la causa del riscaldamento globale degli ultimi decenni, non l’anidride carbonica. E’ ora di dar voce agli scienziati a cui viene impedito di parlare perché i loro dati smentiscono gli allarmi sul clima!
Ma prima ancora ad essere sbagliata è la guerra contro la società moderna, perché in realtà quella in cui viviamo è l’unica sostenibile sul piano sociale mai comparsa nella storia umana. Negli ultimi due secoli essa ha migliorato le condizioni di vita al punto che in media mondiale la sua lunghezza è triplicata. Ha anche abolito i titoli nobiliari e la schiavitù e ha molto diminuito le disparità sociali.
Infine questa stessa società, dopo la fase di crescita che porta dalla povertà al benessere, è anche l’unica sostenibile sul piano ambientale. Lo dimostrano i paesi sviluppati che sono oggi molto più sostenibili di 50 o 60 anni fa: la superficie dei boschi è raddoppiata, è tornata la fauna selvatica e sono crollate le principali emissioni inquinanti. E per quanto riguarda gli emergenti, essi stanno percorrendo questa stessa strada con solo qualche decennio di ritardo.
La società moderna è l’unica sostenibile anche perché sta mettendo sotto controllo la crescita demografica esponenziale, che è la causa che rendeva inevitabili sia la miseria assoluta che le disparità sociali infinite di tutte le altre epoche. Infatti sono ormai trent’anni che in media mondiale il numero di nuovi nati ha smesso di aumentare, che è il dato più importante della demografia.
Queste sono le principali conclusioni dell’analisi generale descritta nel sito di Ecofantascienza. Un’analisi che tutti dovrebbero conoscere perché essa dimostra che la società moderna è l’unica davvero sostenibile, che la lotta contro il cambiamento climatico è una follia e che abbiamo già le soluzioni per tutti i principali problemi di oggi.