ERA CARBONIFERA
Durante l’era carbonifera un’enorme quantità di anidride carbonica è stata sottratta all’atmosfera e incorporata nel legno degli alberi, che una volta caduti sono stati trasportati dai fiumi fino a riempire intere valli dove poi, col tempo, si sono trasformati negli immensi giacimenti di carbon fossile. E’ stata la più grande decarbonizzazione della storia della Terra!
L’era carbonifera è compresa tra 360 e 300 milioni di anni fa e in questo lunghissimo arco di tempo il tasso di CO2 è passato da 4.500 a 500 ppm (parti per milione). Se fosse vero che estraendo anidride carbonica dall’aria possiamo raffreddare il clima, questa grande decarbonizzazione avrebbe dovuto essere accompagnata da una parallela diminuzione della temperatura globale, che invece non c’è stata. In seguito la temperatura è diminuita, aumentata e diminuita ancora, ma senza mai alcuna relazione con l’anidride carbonica (vedi i grafici di pag. 90 e 91 del libro La grande bugia verde di Nicola Porro). E’ ora di dar voce agli scienziati a cui viene impedito di parlare perché i loro dati smentiscono gli allarmi sul clima!
Evidentemente la CO2 non influenza più di tanto la temperatura terrestre, perché è un gas serra solo se considerata isolatamente. Ma essa agisce nell’ambito del ciclo del carbonio che è molto complesso, e quando aumenta (o diminuisce) è impossibile dire se l’effetto finale è riscaldante o raffreddante. Del resto oggi c’è l’ipotesi solare che è molto più consistente e che sembra confermata anche dai dati storici (vedi l’articolo: Reimpostare la discussione sul clima).
Eppure per combattere il riscaldamento globale degli ultimi decenni, che oltretutto è stato sovrastimato del 30%, tra costi diretti e indiretti solo in Italia abbiamo già speso circa 350 miliardi. In più, dato che le energie alternative non sono in grado di sostituire le normali centrali elettriche e i combustibili fossili (come dimostra per esempio l’esperienza della Germania), la nostra forte dipendenza dalle importazioni di energia continua ad impoverire tutto il sistema paese.
Alla fine tutto si traduce in una colossale distruzione di risorse economiche. Inutile poi lamentarsi che non ci sono più soldi per questo o per quello, che le tasse sono alte, le retribuzioni troppo basse ecc. La colpa è proprio di questa politica anti sviluppo il cui principale strumento sono gli allarmi sul clima. E a farne le spese sono prima di tutto le classi sociali più deboli.
Infine questo è ancora nulla rispetto a quello che dovremmo ancora spendere nei prossimi anni per decarbonizzare il mondo (vedi l’articolo: La costosa follia delle energie alternative).
Bjorn Lomborg nel suo libro Falso allarme ha calcolato che per rispettare l’Accordo di Parigi, firmato da quasi tutti i paesi “occidentali”, la sola Europa da qui alla fine del secolo dovrebbe spendere almeno 2.500 miliardi all’anno! Per di più, dato che solo pochi altri paesi si sono impegnati a sostenere simili costi (perché gli emergenti si guarderanno bene dal suicidare le loro economie), il tasso di anidride carbonica potrebbe diminuire solo in misura insignificante. E se nemmeno nell’era carbonifera la temperatura si è abbassata, a maggior ragione eviterà di farlo con una riduzione di appena qualche parte per milione!
E’ giusto cercare di diminuire i consumi del carbone e del petrolio perché l’inquinamento uccide ogni anno cinque milioni di persone. Ma per quanto riguarda il gas naturale potremmo addirittura usare i fumi di combustione delle centrali a metano, che sono puliti e ricchi di anidride carbonica, per aumentare la produzione agricola anche in molte coltivazioni in campo aperto e non solo nelle serre. Questo perché la CO2 non è un veleno da eliminare a qualsiasi costo, ma il principale fertilizzante delle piante!
E’ venuto il momento di mettere in discussione la politica energetica di questi anni basata sulle energie alternative. Oggi la vera alternativa è sostituire l’Accordo di Parigi con investimenti nelle tecnologie, molto più economiche, che possono davvero diminuire i consumi del carbone e del petrolio e, se qualcuno è interessato, anche le emissioni di anidride carbonica.
Un piano nazionale per il teleriscaldamento avrebbe ottenuto di più dei 350 miliardi finora spesi per eolico e fotovoltaico, con costi al confronto irrisori e senza deturpare il paesaggio. E questa è già una proposta. Poi dovremmo puntare sulle tecnologie migliori come le centrali nucleari di IV generazione progettate in Italia, che sono ancora più sicure ed economiche e che utilizzeranno come combustibile le attuali scorie radioattive consumandole completamente (vedi l’articolo: Energia nucleare pulita e sicura). Infine i paesi occidentali dovrebbero investire una parte dei soldi così risparmiati nella ricerca sulle batterie delle auto elettriche, che finora hanno trascurato lasciandone il monopolio alla Cina, con il risultato di ritardare di molti anni la diffusione di questi veicoli che abbattono i consumi anche del 90 % (vedi l’articolo: I vantaggi della trazione elettrica).
Ma prima ancora bisogna contrastare con una corretta informazione le campagne allarmistiche che cercano di imporre ai paesi occidentali una decarbonizzazione incredibilmente costosa, anche se nemmeno quella dell’era carbonifera è riuscita a raffreddare il clima.
Dato che in democrazia la decisione di imporre delle nuove spese specie se consistenti (e quella prevista dall’Accordo di Parigi è astronomica) dovrebbe sempre essere preceduta da un’ampia discussione pubblica, questa e-mail intende attirare l’attenzione su questo argomento di grande interesse per la nostra società.
UNA GUERRA SBAGLIATA
Molti sono convinti che la società moderna “capitalista” o “questo modello di sviluppo” siano la causa sia dei problemi sociali che di quelli ambientali. E stanno combattendo una vera e propria guerra contro la società stessa in cui viviamo, il cui principale strumento oggi sono gli allarmi sul clima.
Lo sentiamo ripetere ogni giorno: bruciando combustibili fossili e aggiungendo anidride carbonica all’atmosfera stiamo provocando un catastrofico surriscaldamento del pianeta, che potremo scongiurare solo sostituendo le normali centrali elettriche con le energie alternative.
Con questa politica energetica alternativa, tra costi diretti e indiretti, in Italia abbiamo già distrutto risorse economiche per circa 350 miliardi. In più, dato che eolico e fotovoltaico non sono in grado di sostituire se non in misura minima la normale produzione elettrica, la nostra dipendenza dalle importazioni di energia rimane alta e continua ad impoverire tutto il sistema paese. Infine questo è ancora nulla rispetto a quello che dovremmo ancora spendere nei prossimi anni per decarbonizzare il mondo. Infatti i costi dell’Accordo di Parigi, firmato da quasi tutti i paesi “occidentali”, sono così enormi che farebbero a pezzi la nostra società. Ma di questo accordo i telegiornali non parlano e la gente non ne sa nulla. E anche il costo che abbiamo pagato finora per le energie alternative ci è stato imposto senza una preventiva discussione pubblica.
Però il presupposto che l’anidride carbonica sia il principale fattore che determina il clima è infondato, perché la temperatura globale non è diminuita nemmeno nell’era carbonifera che ha visto la più grande decarbonizzazione della storia della Terra. Del resto i dati scientifici più recenti ci stanno dicendo che è quasi sicuramente il sole la causa del riscaldamento globale degli ultimi decenni, non l’anidride carbonica. E’ ora di dar voce agli scienziati a cui viene impedito di parlare perché i loro dati smentiscono gli allarmi sul clima!
Ma prima ancora ad essere sbagliata è la guerra contro la società moderna, perché in realtà quella in cui viviamo è l’unica sostenibile sul piano sociale mai comparsa nella storia umana. Negli ultimi due secoli essa ha migliorato le condizioni di vita al punto che in media mondiale la sua lunghezza è triplicata. Ha anche abolito i titoli nobiliari e la schiavitù e ha molto diminuito le disparità sociali.
Infine questa stessa società, dopo la fase di crescita che porta dalla povertà al benessere, è anche l’unica sostenibile sul piano ambientale. Lo dimostrano i paesi sviluppati che sono oggi molto più sostenibili di 50 o 60 anni fa: la superficie dei boschi è raddoppiata, è tornata la fauna selvatica e sono crollate le principali emissioni inquinanti. E per quanto riguarda gli emergenti, essi stanno percorrendo questa stessa strada con solo qualche decennio di ritardo.
La società moderna è l’unica sostenibile anche perché sta mettendo sotto controllo la crescita demografica esponenziale, che è la causa che rendeva inevitabili sia la miseria assoluta che le disparità sociali infinite di tutte le altre epoche. Infatti sono ormai trent’anni che in media mondiale il numero di nuovi nati ha smesso di aumentare, che è il dato più importante della demografia.
Queste sono le principali conclusioni dell’analisi generale descritta nel sito di Ecofantascienza. Un’analisi che tutti dovrebbero conoscere perché essa dimostra che la società moderna è l’unica davvero sostenibile, che la lotta contro il cambiamento climatico è una follia e che abbiamo già le soluzioni per tutti i principali problemi di oggi.
AMBIENTE E SVILUPPO
Non è vero che la produzione e il consumo dei beni materiali crescono all’infinito. Nel corso degli anni Settanta, dopo il boom economico del primo dopoguerra, la produzione dei beni materiali è stata in gran parte sostituita da quella dei servizi, che oggi costituiscono il 75% dell’economia. Ma i servizi sono beni immateriali la cui produzione ha un impatto ambientale molto minore. Inoltre col tempo aumenta l’efficienza con cui produciamo i beni di cui abbiamo bisogno, e questo significa che a parità di beni prodotti consumiamo meno risorse naturali.
L’aumento delle rese agricole e dei redditi ha reso non più necessario, e nemmeno conveniente, lo sfruttamento dei terreni poveri e marginali nelle zone di montagna, che sono stati abbandonati e riconquistati dal bosco e dalla fauna selvatica. Inoltre a partire dalla metà degli anni Novanta il gas naturale ha sostituito quasi tutto il carbone e il petrolio usati nella produzione elettrica. Gas che prima veniva quasi sempre bruciato inutilmente appena usciva dal sottosuolo e che oggi non solo non viene più sprecato, ma alimenta delle centrali a turbogas che sono anche molto più efficienti.
Ma anche la popolazione sta smettendo di crescere, perché sono ormai trent’anni che in media mondiale il numero di nuovi nati si è stabilizzato. Un risultato epocale, perché la crescita demografica esponenziale era la causa che rendeva inevitabili sia la miseria assoluta che le disparità sociali infinite di tutte le altre epoche. E che esercitava una pressione insostenibile sul territorio e gli ecosistemi naturali.
Per questi e altri motivi i paesi sviluppati sono oggi molto più sostenibili di 50 o 60 anni fa, mentre gli emergenti stanno percorrendo la loro stessa strada con solo qualche decennio di ritardo.
Sono i dati dell’ONU a dirci che nell’ultimo mezzo secolo tutti gli indicatori globali dello sviluppo hanno conosciuto uno straordinario miglioramento: demografia, reddito, speranza di vita, sopravvivenza alla nascita, accesso a istruzione, cure mediche, acqua potabile ecc. E per quanto riguarda l’ambiente, in molti casi la pressione sugli ecosistemi naturali sta ancora aumentando, ma complessivamente è già in diminuzione.
Ma non è ancora tutto perché per i problemi più importanti e strategici, che sono quelli della produzione del cibo e dell’energia, abbiamo già tutte le soluzioni che possiamo desiderare per rendere ancora più veloce l’uscita dalla povertà di miliardi di persone e diminuire la pressione antropica globale.
Eppure molti sono convinti che la società moderna – capitalista sia la causa di ogni male e che debba per questo essere combattuta in tutti i modi possibili. Come è avvenuto in Italia dove, con il pretesto di “combattere il cambiamento climatico”, ci è stata imposta la politica folle della decarbonizzazione e delle energie alternative, che ha provocato danni tali da trasformarci in un paese di serie B.
E’ ora di mettere fine a questa guerra insensata contro la società stessa in cui viviamo. Lavoriamo tutti insieme, invece, per risolverne i problemi, perché le soluzioni ci sono e sono alla nostra portata.
GLI SCIENZIATI CRITICANO L’ALLARMISMO SUL CLIMA
1900 scienziati hanno sottoscritto un documento molto critico verso gli allarmi sul clima. Quindi non è vero che su questo argomento c’è il consenso unanime della comunità scientifica. Alcuni di essi hanno spiegato in un libro i dati più importanti, quelli che vengono sempre travisati o nascosti perché smentiscono il dogma che l’anidride carbonica sia la causa del riscaldamento globale.
Gli attivisti del clima si rifanno all’insegnamento di Stalin: se ripeti una bugia cento volte e chiudi la bocca a chi non è d’accordo, trasformi questa bugia in una verità. Gli allarmi sul clima vengono ripetuti in maniera ossessiva e gli scienziati dissenzienti vengono accusati di “negazionismo”, cioè vengono paragonati ai neonazisti che negano l’olocausto!
Però gli scienziati non politicizzati si stanno ribellando e hanno firmato questa dichiarazione molto critica. Il riscaldamento è causato da fattori naturali e antropogenetici. Il riscaldamento è molto più lento di quanto previsto. La politica climatica si basa su modelli inadeguati. La CO2 è cibo per le piante, la base di tutta la vita sulla Terra. Il riscaldamento globale non ha aumentato i disastri naturali. La politica climatica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche.
Ma qual è il motivo di questa grande campagna di disinformazione di tipo staliniano? Essa ha lo scopo di fare il massimo danno ai paesi “capitalisti” costringendoli ad una decarbonizzazione incredibilmente costosa, anche perché dovrebbe essere attuata con le inadatte “energie alternative”. E questo nonostante che la temperatura globale non sia diminuita nemmeno nei primi 50 milioni di anni dell’era carbonifera, che hanno visto la più grande decarbonizzazione della storia della Terra!
Ma ad essere sbagliata è anche la guerra contro la società moderna, che non è la fonte di ogni nequizia, ma l’unico modello sostenibile sul piano sociale e alla lunga anche sul piano ambientale mai comparso nella storia umana.
La politica assurda delle energie alternative ha già fatto all’Italia danni tali da trasformarci in un paese di serie B, mentre la Germania è da anni in recessione. Danni che però sono ancora nulla rispetto a quelli che vorrebbe imporci l’Accordo di Parigi, di cui ovviamente i telegiornali non parlano.
Invece è necessario che la gente sia correttamente informata: gli allarmi sul clima sono infondati e le energie alternative, nonostante i loro costi esorbitanti, anche ambientali, non sono in grado di sostituire i combustibili fossili.
Infine non è del tutto certo che gli scienziati e i giornalisti che rilanciano questi allarmi come se fosse un gioco di società e il popolo della sinistra vogliano davvero una guerra contro la società stessa in cui vivono. Che vogliano cioè moltiplicare di decine di volte quello che abbiamo speso finora per le energie alternative. Tanto più che ci sono delle soluzioni molto migliori per sostituire i combustibili fossili e rendere la nostra società sempre più giusta, prospera e sostenibile.
ENERGIA NUCLEARE
Nell’anno 1939 Enrico Fermi ha dimostrato la possibilità di produrre dell’energia sfruttando la fissione dell’atomo con un processo di reazione a catena. Subito dopo però è iniziata la II guerra mondiale ed è stato avviato il progetto Manhattan per anticipare il progetto nazista di costruire una bomba atomica.
Anche le bombe atomiche sfruttano la fissione dell’atomo e la reazione a catena, e dopo la guerra le multinazionali dei combustibili fossili e i nemici della società moderna ne hanno approfittato per equiparare le centrali nucleari agli ordigni atomici e impedirci di usare per usi pacifici questa straordinaria fonte di energia.
In realtà, anche se il nucleare civile e quello militare funzionano sulla base degli stessi principi, le relative tecnologie sono sempre più divaricate e incompatibili. Pertanto costruire centrali nucleari non fa aumentare il numero delle bombe atomiche né la probabilità che vengano usate. Inoltre, nonostante quello che si è voluto far credere, le centrali nucleari sono di gran lunga la fonte di energia più sicura e pulita che esista. Infine essa è anche una delle più economiche.
Per questo è importante il libro L’AVVOCATO DELL’ATOMO, che smentisce decenni di disinformazione, di fake news e di balle spaziali inventate allo scopo di costringerci ad usare i combustibili fossili o, peggio ancora, le energie alternative. Questo libro spiega con parole semplici, ma in maniera scientificamente rigorosa, come sono fatti e come funzionano i reattori nucleari, i problemi di sicurezza, i vantaggi rispetto alle altre fonti di energia ecc.
Molto tempo fa l’Italia è stata costretta, a forza di tangenti pagate ai politici di tutti i partiti, a rinunciare al nucleare per dipendere dai combustibili fossili d’importazione. In tempi più recenti i governi di sinistra ci hanno persino fatto chiudere, a più riprese, molti impianti per l’estrazione del gas per costringerci ad importarlo dalla Russia. Infine ci hanno fatto spendere 350 miliardi per degli impianti eolici e fotovoltaici che non sono in grado di sostituire, se non in misura minima, le tradizionali fonti di energia. Con il risultato che la nostra dipendenza economica e strategica dalle importazioni di energia rimane sempre molto alta e continua ad impoverire tutto il sistema paese.
Nell’ultimo mezzo secolo questa forte dipendenza dall’estero ha impoverito al punto la nostra economia da trasformarci in un paese di serie B, mentre il fallimento della politica energetica basata sulle energie “alternative” ha dimostrato che i combustibili fossili li possiamo sostituire solo con l’energia nucleare. Che è economica, pulita, sicura e collaudatissima.
L’era carbonifera è compresa tra 360 e 300 milioni di anni fa e in questo lunghissimo arco di tempo il tasso di CO2 è passato da 4.500 a 500 ppm (parti per milione). Se fosse vero che estraendo anidride carbonica dall’aria possiamo raffreddare il clima, questa grande decarbonizzazione avrebbe dovuto essere accompagnata da una parallela diminuzione della temperatura globale, che invece non c’è stata. In seguito la temperatura è diminuita, aumentata e diminuita ancora, ma senza mai alcuna relazione con l’anidride carbonica (vedi i grafici di pag. 90 e 91 del libro La grande bugia verde di Nicola Porro). E’ ora di dar voce agli scienziati a cui viene impedito di parlare perché i loro dati smentiscono gli allarmi sul clima!
Evidentemente la CO2 non influenza più di tanto la temperatura terrestre, perché è un gas serra solo se considerata isolatamente. Ma essa agisce nell’ambito del ciclo del carbonio che è molto complesso, e quando aumenta (o diminuisce) è impossibile dire se l’effetto finale è riscaldante o raffreddante. Del resto oggi c’è l’ipotesi solare che è molto più consistente e che sembra confermata anche dai dati storici (vedi l’articolo: Reimpostare la discussione sul clima).
Eppure per combattere il riscaldamento globale degli ultimi decenni, che oltretutto è stato sovrastimato del 30%, tra costi diretti e indiretti solo in Italia abbiamo già speso circa 350 miliardi. In più, dato che le energie alternative non sono in grado di sostituire le normali centrali elettriche e i combustibili fossili (come dimostra per esempio l’esperienza della Germania), la nostra forte dipendenza dalle importazioni di energia continua ad impoverire tutto il sistema paese.
Alla fine tutto si traduce in una colossale distruzione di risorse economiche. Inutile poi lamentarsi che non ci sono più soldi per questo o per quello, che le tasse sono alte, le retribuzioni troppo basse ecc. La colpa è proprio di questa politica anti sviluppo il cui principale strumento sono gli allarmi sul clima. E a farne le spese sono prima di tutto le classi sociali più deboli.
Infine questo è ancora nulla rispetto a quello che dovremmo ancora spendere nei prossimi anni per decarbonizzare il mondo (vedi l’articolo: La costosa follia delle energie alternative).
Bjorn Lomborg nel suo libro Falso allarme ha calcolato che per rispettare l’Accordo di Parigi, firmato da quasi tutti i paesi “occidentali”, la sola Europa da qui alla fine del secolo dovrebbe spendere almeno 2.500 miliardi all’anno! Per di più, dato che solo pochi altri paesi si sono impegnati a sostenere simili costi (perché gli emergenti si guarderanno bene dal suicidare le loro economie), il tasso di anidride carbonica potrebbe diminuire solo in misura insignificante. E se nemmeno nell’era carbonifera la temperatura si è abbassata, a maggior ragione eviterà di farlo con una riduzione di appena qualche parte per milione!
E’ giusto cercare di diminuire i consumi del carbone e del petrolio perché l’inquinamento uccide ogni anno cinque milioni di persone. Ma per quanto riguarda il gas naturale potremmo addirittura usare i fumi di combustione delle centrali a metano, che sono puliti e ricchi di anidride carbonica, per aumentare la produzione agricola anche in molte coltivazioni in campo aperto e non solo nelle serre. Questo perché la CO2 non è un veleno da eliminare a qualsiasi costo, ma il principale fertilizzante delle piante!
E’ venuto il momento di mettere in discussione la politica energetica di questi anni basata sulle energie alternative. Oggi la vera alternativa è sostituire l’Accordo di Parigi con investimenti nelle tecnologie, molto più economiche, che possono davvero diminuire i consumi del carbone e del petrolio e, se qualcuno è interessato, anche le emissioni di anidride carbonica.
Un piano nazionale per il teleriscaldamento avrebbe ottenuto di più dei 350 miliardi finora spesi per eolico e fotovoltaico, con costi al confronto irrisori e senza deturpare il paesaggio. E questa è già una proposta. Poi dovremmo puntare sulle tecnologie migliori come le centrali nucleari di IV generazione progettate in Italia, che sono ancora più sicure ed economiche e che utilizzeranno come combustibile le attuali scorie radioattive consumandole completamente (vedi l’articolo: Energia nucleare pulita e sicura). Infine i paesi occidentali dovrebbero investire una parte dei soldi così risparmiati nella ricerca sulle batterie delle auto elettriche, che finora hanno trascurato lasciandone il monopolio alla Cina, con il risultato di ritardare di molti anni la diffusione di questi veicoli che abbattono i consumi anche del 90 % (vedi l’articolo: I vantaggi della trazione elettrica).
Ma prima ancora bisogna contrastare con una corretta informazione le campagne allarmistiche che cercano di imporre ai paesi occidentali una decarbonizzazione incredibilmente costosa, anche se nemmeno quella dell’era carbonifera è riuscita a raffreddare il clima.
Dato che in democrazia la decisione di imporre delle nuove spese specie se consistenti (e quella prevista dall’Accordo di Parigi è astronomica) dovrebbe sempre essere preceduta da un’ampia discussione pubblica, questa e-mail intende attirare l’attenzione su questo argomento di grande interesse per la nostra società.
UNA GUERRA SBAGLIATA
Molti sono convinti che la società moderna “capitalista” o “questo modello di sviluppo” siano la causa sia dei problemi sociali che di quelli ambientali. E stanno combattendo una vera e propria guerra contro la società stessa in cui viviamo, il cui principale strumento oggi sono gli allarmi sul clima.
Lo sentiamo ripetere ogni giorno: bruciando combustibili fossili e aggiungendo anidride carbonica all’atmosfera stiamo provocando un catastrofico surriscaldamento del pianeta, che potremo scongiurare solo sostituendo le normali centrali elettriche con le energie alternative.
Con questa politica energetica alternativa, tra costi diretti e indiretti, in Italia abbiamo già distrutto risorse economiche per circa 350 miliardi. In più, dato che eolico e fotovoltaico non sono in grado di sostituire se non in misura minima la normale produzione elettrica, la nostra dipendenza dalle importazioni di energia rimane alta e continua ad impoverire tutto il sistema paese. Infine questo è ancora nulla rispetto a quello che dovremmo ancora spendere nei prossimi anni per decarbonizzare il mondo. Infatti i costi dell’Accordo di Parigi, firmato da quasi tutti i paesi “occidentali”, sono così enormi che farebbero a pezzi la nostra società. Ma di questo accordo i telegiornali non parlano e la gente non ne sa nulla. E anche il costo che abbiamo pagato finora per le energie alternative ci è stato imposto senza una preventiva discussione pubblica.
Però il presupposto che l’anidride carbonica sia il principale fattore che determina il clima è infondato, perché la temperatura globale non è diminuita nemmeno nell’era carbonifera che ha visto la più grande decarbonizzazione della storia della Terra. Del resto i dati scientifici più recenti ci stanno dicendo che è quasi sicuramente il sole la causa del riscaldamento globale degli ultimi decenni, non l’anidride carbonica. E’ ora di dar voce agli scienziati a cui viene impedito di parlare perché i loro dati smentiscono gli allarmi sul clima!
Ma prima ancora ad essere sbagliata è la guerra contro la società moderna, perché in realtà quella in cui viviamo è l’unica sostenibile sul piano sociale mai comparsa nella storia umana. Negli ultimi due secoli essa ha migliorato le condizioni di vita al punto che in media mondiale la sua lunghezza è triplicata. Ha anche abolito i titoli nobiliari e la schiavitù e ha molto diminuito le disparità sociali.
Infine questa stessa società, dopo la fase di crescita che porta dalla povertà al benessere, è anche l’unica sostenibile sul piano ambientale. Lo dimostrano i paesi sviluppati che sono oggi molto più sostenibili di 50 o 60 anni fa: la superficie dei boschi è raddoppiata, è tornata la fauna selvatica e sono crollate le principali emissioni inquinanti. E per quanto riguarda gli emergenti, essi stanno percorrendo questa stessa strada con solo qualche decennio di ritardo.
La società moderna è l’unica sostenibile anche perché sta mettendo sotto controllo la crescita demografica esponenziale, che è la causa che rendeva inevitabili sia la miseria assoluta che le disparità sociali infinite di tutte le altre epoche. Infatti sono ormai trent’anni che in media mondiale il numero di nuovi nati ha smesso di aumentare, che è il dato più importante della demografia.
Queste sono le principali conclusioni dell’analisi generale descritta nel sito di Ecofantascienza. Un’analisi che tutti dovrebbero conoscere perché essa dimostra che la società moderna è l’unica davvero sostenibile, che la lotta contro il cambiamento climatico è una follia e che abbiamo già le soluzioni per tutti i principali problemi di oggi.
AMBIENTE E SVILUPPO
Non è vero che la produzione e il consumo dei beni materiali crescono all’infinito. Nel corso degli anni Settanta, dopo il boom economico del primo dopoguerra, la produzione dei beni materiali è stata in gran parte sostituita da quella dei servizi, che oggi costituiscono il 75% dell’economia. Ma i servizi sono beni immateriali la cui produzione ha un impatto ambientale molto minore. Inoltre col tempo aumenta l’efficienza con cui produciamo i beni di cui abbiamo bisogno, e questo significa che a parità di beni prodotti consumiamo meno risorse naturali.
L’aumento delle rese agricole e dei redditi ha reso non più necessario, e nemmeno conveniente, lo sfruttamento dei terreni poveri e marginali nelle zone di montagna, che sono stati abbandonati e riconquistati dal bosco e dalla fauna selvatica. Inoltre a partire dalla metà degli anni Novanta il gas naturale ha sostituito quasi tutto il carbone e il petrolio usati nella produzione elettrica. Gas che prima veniva quasi sempre bruciato inutilmente appena usciva dal sottosuolo e che oggi non solo non viene più sprecato, ma alimenta delle centrali a turbogas che sono anche molto più efficienti.
Ma anche la popolazione sta smettendo di crescere, perché sono ormai trent’anni che in media mondiale il numero di nuovi nati si è stabilizzato. Un risultato epocale, perché la crescita demografica esponenziale era la causa che rendeva inevitabili sia la miseria assoluta che le disparità sociali infinite di tutte le altre epoche. E che esercitava una pressione insostenibile sul territorio e gli ecosistemi naturali.
Per questi e altri motivi i paesi sviluppati sono oggi molto più sostenibili di 50 o 60 anni fa, mentre gli emergenti stanno percorrendo la loro stessa strada con solo qualche decennio di ritardo.
Sono i dati dell’ONU a dirci che nell’ultimo mezzo secolo tutti gli indicatori globali dello sviluppo hanno conosciuto uno straordinario miglioramento: demografia, reddito, speranza di vita, sopravvivenza alla nascita, accesso a istruzione, cure mediche, acqua potabile ecc. E per quanto riguarda l’ambiente, in molti casi la pressione sugli ecosistemi naturali sta ancora aumentando, ma complessivamente è già in diminuzione.
Ma non è ancora tutto perché per i problemi più importanti e strategici, che sono quelli della produzione del cibo e dell’energia, abbiamo già tutte le soluzioni che possiamo desiderare per rendere ancora più veloce l’uscita dalla povertà di miliardi di persone e diminuire la pressione antropica globale.
Eppure molti sono convinti che la società moderna – capitalista sia la causa di ogni male e che debba per questo essere combattuta in tutti i modi possibili. Come è avvenuto in Italia dove, con il pretesto di “combattere il cambiamento climatico”, ci è stata imposta la politica folle della decarbonizzazione e delle energie alternative, che ha provocato danni tali da trasformarci in un paese di serie B.
E’ ora di mettere fine a questa guerra insensata contro la società stessa in cui viviamo. Lavoriamo tutti insieme, invece, per risolverne i problemi, perché le soluzioni ci sono e sono alla nostra portata.
GLI SCIENZIATI CRITICANO L’ALLARMISMO SUL CLIMA
1900 scienziati hanno sottoscritto un documento molto critico verso gli allarmi sul clima. Quindi non è vero che su questo argomento c’è il consenso unanime della comunità scientifica. Alcuni di essi hanno spiegato in un libro i dati più importanti, quelli che vengono sempre travisati o nascosti perché smentiscono il dogma che l’anidride carbonica sia la causa del riscaldamento globale.
Gli attivisti del clima si rifanno all’insegnamento di Stalin: se ripeti una bugia cento volte e chiudi la bocca a chi non è d’accordo, trasformi questa bugia in una verità. Gli allarmi sul clima vengono ripetuti in maniera ossessiva e gli scienziati dissenzienti vengono accusati di “negazionismo”, cioè vengono paragonati ai neonazisti che negano l’olocausto!
Però gli scienziati non politicizzati si stanno ribellando e hanno firmato questa dichiarazione molto critica. Il riscaldamento è causato da fattori naturali e antropogenetici. Il riscaldamento è molto più lento di quanto previsto. La politica climatica si basa su modelli inadeguati. La CO2 è cibo per le piante, la base di tutta la vita sulla Terra. Il riscaldamento globale non ha aumentato i disastri naturali. La politica climatica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche.
Ma qual è il motivo di questa grande campagna di disinformazione di tipo staliniano? Essa ha lo scopo di fare il massimo danno ai paesi “capitalisti” costringendoli ad una decarbonizzazione incredibilmente costosa, anche perché dovrebbe essere attuata con le inadatte “energie alternative”. E questo nonostante che la temperatura globale non sia diminuita nemmeno nei primi 50 milioni di anni dell’era carbonifera, che hanno visto la più grande decarbonizzazione della storia della Terra!
Ma ad essere sbagliata è anche la guerra contro la società moderna, che non è la fonte di ogni nequizia, ma l’unico modello sostenibile sul piano sociale e alla lunga anche sul piano ambientale mai comparso nella storia umana.
La politica assurda delle energie alternative ha già fatto all’Italia danni tali da trasformarci in un paese di serie B, mentre la Germania è da anni in recessione. Danni che però sono ancora nulla rispetto a quelli che vorrebbe imporci l’Accordo di Parigi, di cui ovviamente i telegiornali non parlano.
Invece è necessario che la gente sia correttamente informata: gli allarmi sul clima sono infondati e le energie alternative, nonostante i loro costi esorbitanti, anche ambientali, non sono in grado di sostituire i combustibili fossili.
Infine non è del tutto certo che gli scienziati e i giornalisti che rilanciano questi allarmi come se fosse un gioco di società e il popolo della sinistra vogliano davvero una guerra contro la società stessa in cui vivono. Che vogliano cioè moltiplicare di decine di volte quello che abbiamo speso finora per le energie alternative. Tanto più che ci sono delle soluzioni molto migliori per sostituire i combustibili fossili e rendere la nostra società sempre più giusta, prospera e sostenibile.
ENERGIA NUCLEARE
Nell’anno 1939 Enrico Fermi ha dimostrato la possibilità di produrre dell’energia sfruttando la fissione dell’atomo con un processo di reazione a catena. Subito dopo però è iniziata la II guerra mondiale ed è stato avviato il progetto Manhattan per anticipare il progetto nazista di costruire una bomba atomica.
Anche le bombe atomiche sfruttano la fissione dell’atomo e la reazione a catena, e dopo la guerra le multinazionali dei combustibili fossili e i nemici della società moderna ne hanno approfittato per equiparare le centrali nucleari agli ordigni atomici e impedirci di usare per usi pacifici questa straordinaria fonte di energia.
In realtà, anche se il nucleare civile e quello militare funzionano sulla base degli stessi principi, le relative tecnologie sono sempre più divaricate e incompatibili. Pertanto costruire centrali nucleari non fa aumentare il numero delle bombe atomiche né la probabilità che vengano usate. Inoltre, nonostante quello che si è voluto far credere, le centrali nucleari sono di gran lunga la fonte di energia più sicura e pulita che esista. Infine essa è anche una delle più economiche.
Per questo è importante il libro L’AVVOCATO DELL’ATOMO, che smentisce decenni di disinformazione, di fake news e di balle spaziali inventate allo scopo di costringerci ad usare i combustibili fossili o, peggio ancora, le energie alternative. Questo libro spiega con parole semplici, ma in maniera scientificamente rigorosa, come sono fatti e come funzionano i reattori nucleari, i problemi di sicurezza, i vantaggi rispetto alle altre fonti di energia ecc.
Molto tempo fa l’Italia è stata costretta, a forza di tangenti pagate ai politici di tutti i partiti, a rinunciare al nucleare per dipendere dai combustibili fossili d’importazione. In tempi più recenti i governi di sinistra ci hanno persino fatto chiudere, a più riprese, molti impianti per l’estrazione del gas per costringerci ad importarlo dalla Russia. Infine ci hanno fatto spendere 350 miliardi per degli impianti eolici e fotovoltaici che non sono in grado di sostituire, se non in misura minima, le tradizionali fonti di energia. Con il risultato che la nostra dipendenza economica e strategica dalle importazioni di energia rimane sempre molto alta e continua ad impoverire tutto il sistema paese.
Nell’ultimo mezzo secolo questa forte dipendenza dall’estero ha impoverito al punto la nostra economia da trasformarci in un paese di serie B, mentre il fallimento della politica energetica basata sulle energie “alternative” ha dimostrato che i combustibili fossili li possiamo sostituire solo con l’energia nucleare. Che è economica, pulita, sicura e collaudatissima.