LE PALE EOLICHE SONO NATURALI?

Naturale è buono. Artificiale e tecnologico è cattivo. La pubblicità ce lo ripete ogni giorno: ormai non si riesce più a vendere nulla se non è “naturale”.
Dal punto di vista psicologico questo è comprensibile, perché noi stessi facciamo parte del mondo della natura. Abbiamo bisogno di capire quali sono le nostre origini e di trovare un equilibrio con l’ambiente che ci circonda. Sentiamo il bisogno di vivere in armonia con il resto del mondo vivente, di cui noi stessi facciamo parte e da cui proveniamo attraverso un lungo processo evolutivo.
Eppure il concetto di naturalità, così come spesso viene interpretato, può essere ingannevole e fuorviante. Per esempio, cose come il morso dei serpenti o i funghi velenosi, sicuramente naturali, non sono affatto buone. Mentre sono state proprio la scienza e la tecnologia, di cui non si può immaginare nulla di più artificiale, ad avere migliorato al tal punto la qualità della nostra vita che la sua lunghezza è triplicata.
Tutto questo dimostra che il mondo moderno è molto più conforme alla nostra natura di quello che siamo portati a credere. Perché queste tecnologie sono state inventate prima di tutto per soddisfare i nostri bisogni più importanti. E anche perché, soddisfatti i bisogni primari, si sviluppa un’economia dei servizi che ci avvicina ancora di più ad un modo di vivere pienamente naturale.
Nella fase di crescita che porta dalla povertà al benessere aumentano la produzione dei beni materiali e l’impatto ambientale. Poi però, raggiunti i limiti del mercato, la produzione dei beni materiali comincia a diminuire per essere sostituita da quella dei servizi, che soddisfano dei bisogni più sofisticati che ci fanno vivere in maniera molto più conforme alla nostra natura.
Inoltre, grazie alle tecnologie moderne, aumenta l’efficienza con cui usiamo le risorse naturali. Tanto che, proprio quando abbiamo raggiunto il massimo livello della popolazione e dei consumi pro capite, la superficie dei boschi è raddoppiata ed è tornata la fauna selvatica. Ma con le nuove tecnologie e i continui aumenti di efficienza, è molto diminuito anche il consumo delle principali materie prime, che è uno dei motivi per cui anche l’inquinamento si è ridotto a livelli minimi.
Pertanto la società moderna è molto più naturale e sostenibile delle società poverissime del passato, che avevano ridotto al minimo la superficie dei boschi e sterminato la fauna selvatica.
La società moderna è la più grande rivoluzione di tutta la storia umana, sia perché ha sconfitto la povertà abissale di tutte le altre epoche sia perché, una volta superata la fase di crescita che porta dalla povertà al benessere, è anche quella più in armonia con la natura.
Però molti che si autodefiniscono “rivoluzionari”, questa grande rivoluzione l’hanno rifiutata, perché considerano la società moderna ingiusta e innaturale. E la combattono in tutti i modi possibili, anche ostacolando le principali tecnologie sviluppate in questi anni perché, appunto, non sarebbero naturali. Mentre invece sono proprio le centrali nucleari, le auto elettriche o l’ingegneria genetica, solo per fare degli esempi, che potrebbero rendere la nostra società ancora più sostenibile. Infatti esse farebbero crollare l’inquinamento, la produzione di gas serra e la distruzione di ecosistemi naturali.
Questi finti rivoluzionari hanno messo sotto accusa e anche il gas naturale e le centrali a turbogas, che azzerano l’inquinamento e fanno crollare le emissioni di anidride carbonica.
Infine essi hanno condannato le centrali nucleari, nonostante che esse siano la soluzione migliore possibile del problema dell’energia, perché potrebbero produrre tutta l’energia di cui abbiamo bisogno senza bruciare combustibili fossili e senza inquinare l’aria che respiriamo.
Per di più l’energia nucleare è così sicura che, eccetto che a Chernobyl e in Unione sovietica, non ha mai ucciso nessuno. Anzi, non avendo bisogno di combustibili fossili, essa potrebbe evitare i cinque milioni di morti all’anno causati dalla combustione del carbone e del petrolio.
Nella percezione comune le centrali nucleari sono dei mostri tecnologici, falsamente ritenuti molto pericolosi, che sono diventati il paradigma dell’innaturalità.
Eppure questi impianti sfruttano delle particolari reazioni nucleari, i decadimenti radioattivi, che avvengono spontaneamente anche sulla superficie della Terra, cioè tutt’intorno a noi, e che sono quindi assolutamente naturali.
In natura ci sono molti elementi radioattivi, che sono per lo più contenuti nelle rocce vulcaniche, che sono la causa della radioattività ambientale.
I decadimenti radioattivi sono reazioni di fissione, o di divisione dell’atomo. O meglio, del nucleo dell’atomo. Ogni atomo di un particolare elemento radioattivo ha una probabilità ben precisa di spaccarsi, di espellere una parte del suo nucleo e di trasformarsi in un altro elemento più leggero, producendo nel contempo dell’energia.
Ma come si fa a sfruttare questa energia? Infatti da una parte ci sono gli elementi radioattivi leggeri, che però sono troppo rari, e dall’altra ci sono quelli pesanti come l’uranio o il torio, che sono molto più abbondanti ma così poco radioattivi che pure non possono essere sfruttati per produrre dell’energia.
Quello che fanno le nucleari è intensificare la radioattività di alcuni elementi radioattivi pesanti, in modo che producano una quantità di energia sufficiente per poter essere sfruttata.
Il loro principio di funzionamento è molto semplice, tanto che si è scoperto che più di un miliardo di anni fa, quando la concentrazione dell’uranio fissile era più alta di oggi, si era acceso spontaneamente un reattore nucleare (naturale!) che ha funzionato per alcune centinaia di migliaia di anni.
A ulteriore dimostrazione che il loro principio di funzionamento è semplice, c’è la considerazione che la prima pila atomica dimostrativa, che risale al 1939, è stata costruita da Enrico Fermi in pochissimo tempo e con pochissimi mezzi.
Infine per quanto riguarda la sicurezza, è molto facile proteggersi da una radioattività intensa, basta uno schermo, tanto che chi lavora nelle centrali nucleari non corre alcun tipo di rischio (vedi l’articolo Energia nucleare pulita e sicura).
Quindi le centrali nucleari sfruttano dei fenomeni che non potrebbero essere più naturali e che vengono solo intensificati, e quindi anche loro dovrebbero essere considerate naturali.
Ma anche il gas, che casualmente si chiama “naturale”, lo è. Certo, anche il vento è naturale, ma non se ne può ottenere dell’energia quando serve e in maniera continua e affidabile. Inoltre la produzione e lo smaltimento degli impianti eolici e fotovoltaici è molto impattante, tanto che da questo punto di vista essi sono centinaia di volte meno naturali delle centrali nucleari. Infine essi sono poco naturali anche perché deturpano, per di più inutilmente, migliaia di chilometri quadrati di territorio, che è la nostra risorsa naturale più preziosa.
Come se non bastasse essi non sono in grado di sostituire le normali centrali elettriche e quindi nemmeno di diminuire il consumo dei combustibili fossili.
Di fatto, finché faremo affidamento sulle “energie alternative”, saremo costretti a comprare il gas e il petrolio dalle multinazionali dei combustibili fossili. Tanto che queste società hanno più volte finanziato delle campagne mediatiche contro l’energia nucleare e a favore delle energie alternative.
Purtroppo la politica energetica dell’Italia e dell’Europa di questi anni, che ha lo scopo non di rendere la produzione di energia più naturale e sostenibile, ma di costringerci ad importare grandi quantità di combustibili fossili, ha provocato una crisi economica devastante che dura dal 2008, che ha peggiorato le condizioni di vita al punto da far crollare la natalità.
Ma non ci sono solo i danni alle economie dei paesi sviluppati. Ci sono anche quelli imposti ai paesi più poveri del pianeta, che sono anche i più ricattabili.
Infatti i paesi ricchi, divenuti tali proprio grazie alle tecnologie moderne e delle fonti di energia affidabili, da anni stanno impedendo ai paesi del Centro Africa, la regione più povera del pianeta, la costruzione di impianti idroelettrici per costringerli ad usare come unica fonte di energia la legna da ardere perché è più naturale dell’elettricità! (vedi il libro “L’apocalisse può attendere” di M. Shellenberger – pag. 105 e seg.).
Nei secoli passati il mondo era molto più naturale di oggi. Non c’erano le centrali elettriche e i combustibili fossili. L’agricoltura era “biologica”, cioè senza i fertilizzanti chimici e i pesticidi (che l’ingegneria genetica potrebbe sostituire – vedi l’articolo “Piante geneticamente modificate”). Non c’erano le automobili, gli aerei e le navi porta container. In molti paesi la fauna selvatica era stata sterminata da una popolazione molto meno numerosa, ma sempre povera e affamata. I boschi erano stati ridotti al minimo ed erano ampiamente sfruttati per la legna, che veniva usata da tutti per scaldarsi e cucinare. Non c’erano i vaccini e gli antibiotici. Però il 40 / 50% dei bambini moriva prima dei cinque anni e i superstiti arrivavano in media 34 o 35. Le carestie, le guerre e le epidemie erano ricorrenti e non c’era nemmeno la speranza di migliorare la propria condizione di vita.
La povertà, quindi, è molto più naturale del benessere moderno, visto che l’umanità è sempre vissuta in condizioni di miseria assoluta. Vogliamo davvero tornare al Medioevo?