Ambiente e sviluppo
In Italia molti sono convinti che la società moderna sia la causa delle ingiustizie sociali e dei danni all’ambiente e che per questo debba essere combattuta in tutti i modi possibili: aumentando le importazioni di energia, ostacolando tutte le fonti di energia affidabili, spendendo cifre colossali per le inutili “energie alternative” e sovietizzando l’economia. Ma anche spalancando le porte all’immigrazione clandestina, che è molto diversa da quella regolare che va a coprire, quando ci sono, delle effettive necessità di altra forza lavoro. Il risultato sono milioni di famiglie in difficoltà, a cui bisogna aggiungere i milioni di immigrati che fanno la fame o che vivono di espedienti e attività illegali. Il tutto in nome del buonismo e dell’ambientalismo!
Ma la guerra contro la società moderna viene combattuta anche su scala internazionale. Per esempio la Banca Mondiale (dell’ONU) e la Banca europea per gli investimenti hanno bloccato da tempo gli investimenti nelle infrastrutture di cui i paesi più poveri hanno un disperato bisogno per la loro crescita.
In realtà la società moderna (industrializzazione, economia di mercato e libertà) sul piano sociale è l’unica sostenibile. Basti dire che negli ultimi due secoli ha abolito la schiavitù, ha triplicato la media mondiale dell’aspettativa di vita e ha anche molto diminuito le disparità di genere.
Ma, dopo la fase di crescita che porta dalla povertà al benessere, la società moderna è anche l’unica sostenibile sul piano ambientale. Lo dimostrano i paesi più sviluppati che sono oggi molto più sostenibili di mezzo secolo fa: la crescita demografica si è arrestata, la superficie dei boschi è raddoppiata, è tornata la fauna selvatica, il livello dei principali inquinanti è crollato. E con le centrali a turbogas anche le emissioni di anidride carbonica sono molto diminuite. Infine essa ha già tutte le soluzioni che possiamo desiderare per i principali problemi di oggi, che sono quelli della produzione del cibo e dell’energia, sia nei paesi più sviluppati che negli emergenti.
Per quanto riguarda questi ultimi, essi stanno percorrendo la stessa strada di quelli più sviluppati con solo qualche decennio di ritardo. Intanto anche loro stanno raggiungendo la stabilità demografica, perché sono più di 25 anni che in media mondiale il numero di nuovi nati ha smesso di aumentare. Inoltre anche le loro economie stanno cominciando a sostituire i beni materiali con i servizi, che hanno un impatto ambientale molto minore. Infine gli aumenti di efficienza diminuiranno ancora di più il consumo di risorse naturali e i danni all’ambiente.
Se molti sono convinti che la società moderna non sia sostenibile, è perché essa è il risultato di una lunghissima crescita che, a partire dalla Preistoria, ha moltiplicato di mille volte la popolazione e la pressione sull’ambiente, con un’accelerazione nell’era industriale. Ma il punto d’arrivo è l’unica società sostenibile sia sul piano sociale che ambientale.
LO SVILUPPO COME SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELLA POVERTA' E DELL'AMBIENTE
Questo argomento è stato riassunto nell’articolo POLITICA E AMBIENTE
Ma la guerra contro la società moderna viene combattuta anche su scala internazionale. Per esempio la Banca Mondiale (dell’ONU) e la Banca europea per gli investimenti hanno bloccato da tempo gli investimenti nelle infrastrutture di cui i paesi più poveri hanno un disperato bisogno per la loro crescita.
In realtà la società moderna (industrializzazione, economia di mercato e libertà) sul piano sociale è l’unica sostenibile. Basti dire che negli ultimi due secoli ha abolito la schiavitù, ha triplicato la media mondiale dell’aspettativa di vita e ha anche molto diminuito le disparità di genere.
Ma, dopo la fase di crescita che porta dalla povertà al benessere, la società moderna è anche l’unica sostenibile sul piano ambientale. Lo dimostrano i paesi più sviluppati che sono oggi molto più sostenibili di mezzo secolo fa: la crescita demografica si è arrestata, la superficie dei boschi è raddoppiata, è tornata la fauna selvatica, il livello dei principali inquinanti è crollato. E con le centrali a turbogas anche le emissioni di anidride carbonica sono molto diminuite. Infine essa ha già tutte le soluzioni che possiamo desiderare per i principali problemi di oggi, che sono quelli della produzione del cibo e dell’energia, sia nei paesi più sviluppati che negli emergenti.
Per quanto riguarda questi ultimi, essi stanno percorrendo la stessa strada di quelli più sviluppati con solo qualche decennio di ritardo. Intanto anche loro stanno raggiungendo la stabilità demografica, perché sono più di 25 anni che in media mondiale il numero di nuovi nati ha smesso di aumentare. Inoltre anche le loro economie stanno cominciando a sostituire i beni materiali con i servizi, che hanno un impatto ambientale molto minore. Infine gli aumenti di efficienza diminuiranno ancora di più il consumo di risorse naturali e i danni all’ambiente.
Se molti sono convinti che la società moderna non sia sostenibile, è perché essa è il risultato di una lunghissima crescita che, a partire dalla Preistoria, ha moltiplicato di mille volte la popolazione e la pressione sull’ambiente, con un’accelerazione nell’era industriale. Ma il punto d’arrivo è l’unica società sostenibile sia sul piano sociale che ambientale.
LO SVILUPPO COME SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELLA POVERTA' E DELL'AMBIENTE
Questo argomento è stato riassunto nell’articolo POLITICA E AMBIENTE