DUE PROPOSTE

Proposta n. 1
Il principale fattore che determina la salute nel lungo termine è l’alimentazione. Per diminuire il rischio di ammalarsi delle malattie del benessere, dobbiamo prima di tutto mangiare in maniera più sana e quindi mangiare meno cibi spazzatura.
Secondo i dietologi lo zucchero da zuccherificio, a volte detto “raffinato”, è talmente dannoso per la salute da poter essere considerato quasi un veleno.
Allora dobbiamo rinunciare allo zucchero? No, dobbiamo sostituirlo con dello zucchero non raffinato, e un’alternativa c’è.
Anche lo zucchero ottenuto dalla canna da zucchero è altrettanto raffinato e dannoso per la salute. Ma chi ha viaggiato in paesi dove questa pianta viene coltivata, sa che da un tronchetto di canna da zucchero lungo una quarantina di centimetri si può ottenere un bicchiere di succo che è sia molto dolce che molto gradevole.
Nei nostri supermercati, però, il succo di canna da zucchero non si trova. Potrebbe essere confezionato in cartoni come tutti gli altri succhi di frutta per essere bevuto così com’è o per essere usato in sostituzione dell’acqua e dello zucchero per preparare una torta. Invece di mescolare farina, acqua e zucchero raffinato, si potrebbe impastare la farina con del succo di canna da zucchero.
Il succo di canna da zucchero ottenuto per semplice spremitura non è stato privato dei suoi principi nutritivi e non ha alcuna controindicazione.
Quindi far arrivare nei supermercati del succo di canna da zucchero confezionato in cartoni dovrebbe interessare sia i produttori che i consumatori. I paesi che coltivano questa pianta potrebbero vendere un prodotto confezionato molto più remunerativo dello zucchero venduto a tonnellate come una materia prima.
A loro volta i consumatori potrebbero acquistare dello zucchero di canna non impoverito e mangiare una fetta di torta o una pasta come se fosse del normalissimo pane, senza dover assumere quello che i dietologi considerano quasi un veleno. Quanto dovremo aspettare per trovare questo prodotto nel nostro supermercato?


Proposta n. 2
Dopo lo zucchero raffinato il principale cibo spazzatura è costituito dai farinacei, a partire dal pane, fatti con farina impoverita durante il processo di macinazione. C’è una netta differenza tra il pane fatto con farina integra, che però è piuttosto difficile da trovare, e la maggior parte del pane che si trova in vendita.
Gli impianti molitori industriali macinano il grano con dei rulli metallici che durante il lavoro si surriscaldano fino a 70 / 80 gradi. A questa temperatura molti importanti principi nutritivi contenuti nel germe vengono distrutti e la farina ne risulta gravemente impoverita, sia di nutrienti che di sapore.
Una volta l’eliminazione della parte più umida del chicco, quella del germe appunto, evitava che la farina andasse a male. Ma oggi la conservazione della farina non è più un problema e dovremmo dare la precedenza alla qualità.
Nel Sud c’è il culto della pasta, e per avere della pasta più buona bisogna usare della farina di buona qualità. Per questo nel Meridione ci sono molti impianti di macinazione tradizionali che rispettano la qualità della farina. E dato che c’è della farina buona, è più facile trovare anche del pane buono.
A questo punto la domanda è: è così difficile modificare gli impianti di macinazione industriali in modo che anch’essi producano della farina non impoverita?
Se è un problema di costi, in un paese in cui la sanità è pubblica potrebbe intervenire il Governo (e sarebbero soldi molto meglio spesi dei 60 miliardi buttati per le energie alternative o per l’auto a idrogeno).
Il pane di scarsa qualità non è solo meno buono da mangiare. E’ anche la causa principale del consumo eccessivo di carboidrati, che a sua volta secondo gli scienziati comporta persino il rischio di ammalarsi di cancro.
Migliorare la qualità dei farinacei eliminerebbe alla radice la principale categoria di cibi spazzatura dopo lo zucchero. Se poi potessimo preparare una torta con della farina non impoverita impastata con del succo di canna da zucchero, potremmo mangiarla come del buono, anzi del buonissimo pane.