FAME – Il progetto di George McGOVERN
“PASTI CALDI AL TERZO MONDO”
Cibo a scuola contro la miseria, per ridurre gli abbandoni e anche le maternità precoci.
Un pasto al giorno per 400 milioni di bambini poveri in tutto il mondo. L’idea è di George McGovern, 76 anni, l’ex candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti nelle elezioni del 1972 vinte da Richard Nixon, oggi a Roma come ambasciatore americano presso la Fao, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione mondiale. “Non c’è di meglio per sradicare la miseria in Africa, Asia e America Latina che distribuire pasti caldi nelle scuole: lo hanno dimostrato programmi pilota in corso in una trentina di paesi” spiega McGovern nella sua residenza a due passi da via Veneto. “Costano poco, circa mezzo dollaro o anche meno, e hanno effetti straordinari: inducono le famiglie a mandare i figli a scuola e combattono le malattie da malnutrizione.
Con un vigore insospettato l’anziano ambasciatore, che al tempi della sua candidatura presidenziale venne considerato da mezza America un pericoloso sovversivo per le sue idee progressiste, snocciola dati e cifre: 170 milioni di bambini poveri non ricevono alcun cibo a scuola, altri 130 milioni non vanno a scuola affatto. Al totale vanno aggiunti 100 milioni di madri-bambine e di piccoli in età prescolare. Nei paesi del Terzo e Quarto mondo non è raro che le bambine analfabete si sposino e comincino ad avere figli a 11,12 e 13 anni. All’età di 18 anni molte di loro hanno già partorito quattro o cinque volte. Dai programmi pilota si e visto che le bambine che frequentano la scuola tendono invece a sposarsi più tardi e ad avere in media non più di 2,9 figli.
Tutto molto bello. Ma come fare? Secondo l’ambasciatore americano alla Fao, il progetto dovrebbe essere sostenuto con i fondi di governi e donatori privati e affidato all’agenzia dell’Onu che gestisce il Programma alimentare mondiale. McGovem è già riuscito a sensibilizzare il presidente Bill Clinton che nel maggio scorso lo ha ricevuto alla Casa Bianca e si è detto entusiasta. Poco dopo al vertice del G-8 in Giappone Clinton ha promesso un primo stanziamento di 300 milioni di dollari, 650 miliardi di lire, chiedendo al suo ministro dell’Agricoltura, Dan Glikman, di acquistare con questa somma cibo dai surplus agricoli americani da destinare ai pasti scolastici nei paesi poveri. Ma non basta. Si è calcolato che la spesa potrà arrivare a circa 6 miliardi di dollari all’anno (su un totale di 50 miliardi di dollari di aiuti generali al paesi poveri). “Intendo rivolgermi all’Unione Europea, agli altri paesi del G-8, al Papa e al privati in grado di contribuire, vorrei vedere, perchè no?, Bill Gates e altri come lui staccare un assegno da 1 miliardo di dollari per una causa come questa” afferma McGovern, che si è già assicurato la collaborazione di una ventina di membri del Congresso e del Senato Usa, tra i quali Ted Kennedy. “Lo stesso Clinton” aggiunge “mi ha promesso che continuerà a mobilitarsi per questo progetto anche quando avrà lasciato la Casa Bianca”.
Alvaro Ranzoni – PANORAMA n. 48 del 30.11.2000